21 Novembre 2024
Recensioni

Maria Elena – utente

Psichiatria da protagonisti”: già nel titolo anticipa bene quello che sarà il contenuto.

Si tratta del primo libro sulla salute mentale i cui autori non siano operatori, ma familiari e utenti del Servizio Salute Mentale di Trento. Attraverso interviste e incontri, esperienze e racconti del proprio vissuto, hanno cercato di rispondere alla domanda: “Qual è il tuo servizio ideale?” Per la prima volta gli operatori sono stati lasciati fuori.

Una scelta fortemente voluta e motivata dalla volontà di far prevalere il punto di vista di chi fruisce del servizio e che spesso non esprime la propria opinione liberamente. Non si vuole disconoscere il valore della scienza, della psichiatria. Figuriamoci! Ma in questa pubblicazione i protagonisti sono loro, gli utenti e i loro familiari. Tocca a loro questa volta!

In questi ultimi 20 anni ci siamo abituati a “cose da pazzi”: alle imprese transoceaniche, ai treni attraverso Europa e Asia, alla costruzione di strutture in Africa, agli eventi che coinvolgevano centinaia di persone in Trentino, nel resto d’Italia e nel mondo.

Adesso abbiamo un testo di psichiatria scritto da non-psichiatri. Un’altra “cosa da pazzi”.

Sono 220 pagine di parole, riflessioni, testimonianze e proposte su come dovrebbe essere il servizio ideale, partendo dall’esperienza personale di utenti e familiari, non basata su studi accademici ma sul proprio vissuto. Lo chiamano “sapere esperienziale”, utile anch’esso per capire di più, per districarsi nella “selva oscura” dove la “diritta via” sembra smarrita…

Il libro si struttura in otto capitoli che prendono in esame tutti gli ambiti di cui un Servizio ideale dovrebbe tener conto.

I narratori sono sempre utenti e familiari. I curatori del libro, Giovanazzi e Puecher, hanno saputo raccogliere e legare tra loro testimonianze sia scritte che orali. Le hanno poi accompagnate con un rimando al quadro normativo (Legge 180/78 – “ legge Basaglia”) che ha chiuso i manicomi e istituito i Centri di Salute Mentale e i Centri Diurni.

Nelle testimonianze sugli aspetti relazionali con i medici e quelli burocratici con la struttura emerge un’idea quasi utopica del Servizio Ideale. Si intravede una nostalgia per un luogo perfetto, una specie di eden dove ogni problema si risolve “stando o facendo insieme”. E’ un sogno. Ma non uccidiamo i sogni!

Quanto è preziosa la GENTILEZZA nelle relazioni umane e soprattutto nel Servizio di Salute Mentale! Lo sottolineano molti utenti intervistati.

Siamo come vasi Ming: preziosi, ma così fragili…

Maria Elena – utente

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