L’Esperto in Supporto tra Pari (ESP)
Riportiamo qui i punti principali della 1° Carta nazionale “Esperti in Supporto tra Pari in Salute Mentale” redatta alla prima Conferenza Nazionale degli Utenti e Familiari Esperti nel supporto tra Pari, tenutasi nel mese di settembre 2021.
La Conferenza, che ha visto riunirsi le numerose esperienze già presenti sul territorio nazionale, ha espresso le linee guida per consolidare e sviluppare la presenza degli esperti in tutti i territori. Nella maggior parte delle nazioni europee e nordamericane si registra già una forte presenza di realtà di Esperti in Supporto tra Pari e il loro riconoscimento da parte dei sistemi sanitari pubblici.
L’obiettivo strategico della Carta è arrivare al riconoscimento istituzionale della figura dell’Esperto in Supporto tra Pari (ESP).
Il sapere esperienziale di utenti e familiari
Il sapere esperienziale è il valore fondante delle pratiche di supporto tra pari, in quanto:
- frutto dell’esperienza del disagio e della sua consapevolezza, favorisce i percorsi di recovery, la crescita personale, sociale e culturale di chi ne è portatore consapevole;
- è strumento principe per fornire confronto e supporto a chi vive in una situazione di disagio psichico;
- si accompagna con altri valori fondanti quali empatia, ascolto, responsabilità, competenza, affidabilità;
- dalla consapevolezza del proprio sapere esperienziale, l’Esperto guadagna cognizione del proprio valore personale e si riconosce figura di rilievo, sia per accompagnare altri utenti in un percorso di recovery, sia per svolgere una funzione di ponte tra professionisti, utenti e familiari.
Le caratteristiche dell’Esperto in Supporto tra Pari
Gli elementi caratterizzanti l’Esperto in Supporto tra Pari sono:
- aver vissuto direttamente o come familiare un’esperienza di disagio psichico;
- essere in un percorso di recovery;
- aver sviluppato un sapere sulla base di questa esperienza, maturando autostima e consapevolezza;
- avere sviluppato la capacità di offrire il sapere esperienziale ai propri pari in condizione di disagio psichico, nei contesti dove si opera per la salute mentale e il benessere delle persone, acquisendo così competenza nell’accoglienza, nell’ascolto e nella relazione empatica;
- aver condiviso la propria storia e il proprio vissuto in contesti gruppali, in iniziative di sensibilizzazione e seminari in cui si spende come formatore;
- essere in percorsi di “fareassieme”, di co-progettazione e co-produzione;
- essere riconosciuto dall’organizzazione in cui opera e dal sistema complessivo della salute mentale in qualità di professionista esperto per esperienza.
Sapere esperienziale e sapere professionale
Il sapere esperienziale degli Esperti in Supporto tra Pari e il sapere professionale degli operatori si devono riconoscere a vicenda. Il riconoscimento reciproco dà vita a un paradigma in cui operatori, utenti, familiari, esperti e cittadini attivi lavorano insieme su basi paritarie di scambio, di confronto, di crescita condivisa, in una visione positiva che favorisce il cambiamento delle persone, delle famiglie, degli operatori e delle istituzioni.
La presenza nel sistema di salute mentale di Esperti, consapevoli del proprio ruolo, sia come professionisti retribuiti che come volontari riconosciuti, modifica in meglio il contesto nel quale vanno ad operare.
Avendo vissuto il disagio psichico e le difficoltà che comporta, gli Esperti sono mediatori credibili tra utenti e professionisti, possono contribuire a rafforzare il rapporto di fiducia tra utenti e Servizio, possono favorire una maggiore condivisione dei percorsi di cura e indirizzare i professionisti verso l’individuazione di soluzioni più efficaci, che tengano conto delle vere istanze dell’utente e dei suoi familiari.
Non sempre all’interno dei Servizi è presente una cultura che valorizza il sapere esperienziale. Vanno pertanto messe in campo azioni che ne favoriscano il riconoscimento, sia attraverso indirizzi nazionali e regionali che indichino l’importanza della loro presenza attiva nei servizi, sia attraverso percorsi formativi condivisi.
Il riconoscimento della figura dell’Esperto in Supporto tra Pari
Il riconoscimento professionale ed istituzionale sono condizioni imprescindibili affinché l’Esperto in Supporto tra Pari possa lavorare a pieno titolo in un sistema di salute mentale ricevendo un giusto compenso economico.
In quanto professionisti del sapere esperienziale e partecipi a pieno titolo dei sistemi di salute mentale gli esperti possono produrre risultati positivi per gli utenti e i familiari, per gli operatori, per gli Esperti, per l’organizzazione/dipartimento, per la comunità.
Il riconoscimento del ruolo sociale e professionale dell’Esperto in Supporto tra Pari deve avvenire a livello nazionale e regionale e deve prevedere la costruzione di Linee Guida condivise a livello nazionale che diano indicazioni rispetto ai seguenti punti:
- definizione delle conoscenze e competenze che qualificano l’esperto;
- definizione di percorsi formativi professionalizzanti sufficientemente formalizzati e strutturati, validi sul territorio nazionale, che siano oggetto di un indirizzo da parte dei ministeri preposti;
- formazione degli operatori dei servizi al fine di creare una cultura della recovery, indispensabile per permettere una adeguata accoglienza e integrazione dell’Esperto;
- standardizzazione dei requisiti dei Servizi di Salute Mentale, che garantiscano l’orientamento alla recovery e prevedano la presenza di Esperti nei Dipartimenti e di operatori dedicati al loro inserimento;
- formazione alla recovery e al valore del sapere esperienziale per le professioni sanitarie anche a livello universitario;
- individuazione di linee di finanziamento specifiche per la formazione e la retribuzione degli Esperti utilizzando un meccanismo attraverso cui il Ministero dedichi dei fondi finalizzati che funzionino d’incentivo alle Regioni per la realizzazione di progetti mirati.
È indispensabile tutelare la salute degli Esperti che possono andare incontro a ricadute durante la loro attività, mettendo in atto dispositivi organizzativi quali: misure di flessibilità rispetto all’impegno lavorativo; evitare che l’esperto si trovi in una condizione d’isolamento nel gruppo di lavoro; specifici referenti nel contesto di lavoro con funzioni di tutoraggio; verifiche periodiche in cui si valuta il processo del lavoro; incontri regolari di intervisione tra Esperti.
Occorre presidiare il rischio di possibili processi di istituzionalizzazione della figura dell’Esperto che lo porti a entrare in una routine operativa progressivamente scollegata dalla sua identità di professionista del sapere esperienziale; a tal fine è fondamentale rimanere legati al gruppo degli Esperti, sia a livello formativo che associativo.
Come diventare Esperto in Supporto tra Pari
La selezione è un passaggio necessario in relazione al percorso che il candidato intende fare e alla formazione che ne segue.
L’autocandidatura è l’elemento necessario da cui parte il processo selettivo. La selezione va fatta congiuntamente da Esperti attivi e da operatori dell’organizzazione interessata. Nella selezione vanno particolarmente ricercate e valorizzate le motivazioni e le aspettative del candidato. La selezione è vista come accompagnamento per entrare nel mondo degli Esperti. È occasione per valutare gli aspetti umani ed empatici e la capacità di assumersi responsabilità da parte del candidato. Non è mai occasione di giudizio. Va vista in continuità con la formazione. Le caratteristiche del candidato da valorizzare nella selezione sono: disponibilità alla formazione, apertura alla relazione, empatia, disponibilità a mettersi in gioco, assenza di eccessi di protagonismo.
Il sapere esperienziale è il fondamento delle competenze proprie dell’Esperto. Condizione necessaria per l’accesso ai corsi professionalizzanti è avere avuto un’esperienza vissuta di problemi di salute mentale, accesso che invece non necessita di uno specifico titolo di studio. L’esperienza deve essere maturata attraverso la costruzione di un proprio percorso di recovery.
Il percorso di selezione deve garantire trasparenza a tutti i livelli e avviene attraverso colloqui strutturati con altri Esperti e operatori.
La formazione, nelle sue varie declinazioni, ha i seguenti obiettivi:
- valorizzare l’orientamento alla recovery e alla tutela dei diritti della persona, favorendo l’assunzione di un ruolo nella società;
- sviluppare la capacità di utilizzare la propria esperienza in una funzione di aiuto e accompagnamento, attraverso l’ascolto attivo, la comunicazione empatica e l’autonarrazione, mettendo il focus sull’esperienza di recovery e testimoniando la propria storia, anche in contesti gruppali;
- l’apprendimento di modalità con le quali affrontare situazioni critiche;
- l’apprendimento di strategie di tutela del proprio benessere, inclusa la capacità di individuare i confini della propria attività;
- favorire l’integrazione e la collaborazione con gli operatori nell’ottica della co-progettazione e della co-produzione;
- fornire agli esperti un quadro di riferimento sul contesto in cui operano e sugli obiettivi della loro presenza sul territorio, sui Servizi e sulla loro organizzazione, sulle leggi attinenti la salute mentale, la privacy, la sicurezza;
- favorire l’accesso al mondo del lavoro;
- sviluppare l’appartenenza a un gruppo di lavoro.
I contenuti della formazione devono essere il frutto di un lavoro congiunto tra gli Esperti e gli operatori, così come la docenza nei corsi deve prevedere l’apporto paritario di entrambi. Gli operatori docenti devono avere esperienza di lavoro con gli Esperti ed essere formati alla recovery. Gli Esperti devono essere stabilmente inseriti nel contesto dove operano.
L’attività di formazione avverrà attraverso lezioni d’aula ed esperienze sul campo da realizzarsi in tutti i contesti e con le diverse figure professionali con le quali l’Esperto andrà a operare. Un giusto bilanciamento tra formazione teorica e pratica permetterà di evitare approcci eccessivamente nozionistici o scarsamente professionalizzati; obiettivo ultimo è che l’Esperto acquisisca la capacità di creare una relazione d’aiuto con gli utenti basata sulla reciprocità e una collaborazione con gli operatori, con una funzione di tramite.
Dal momento dell’inserimento all’interno delle attività di equipe l’Esperto dovrà partecipare ai programmi di formazione congiunta e integrata rivolti all’equipe stessa. Come per tutte le professioni sanitarie e sociali è soggetto a formazione continua.
I contesti in cui opera l’Esperto in Supporto fra Pari
L’Esperto in Supporto tra Pari può essere attivo in tutti i contesti dove si opera per la salute mentale.
Il Dipartimento di salute mentale è il primo contesto in cui si organizzano le risposte ai bisogni dei cittadini che hanno un disagio. Il Dipartimento, oltre a gestire in proprio gran parte dei servizi, opera in sinergia con il Terzo settore cooperativo, con il volontariato e con gli Enti istituzionali e socio-sanitari della Comunità.
Un sistema di salute mentale di comunità comprende gli operatori, gli utenti, i familiari, il Terzo settore, i volontari e ogni espressione della società civile interessata allo sviluppo della salute mentale nella comunità. Il rapporto tra operatori del Dipartimento ed Esperti in Supporto tra Pari è, per definizione, paritario. La collaborazione tra operatori ed Esperti si basa sulla reciproca valorizzazione dei saperi, sul riconoscimento dei diversi punti di vista e delle diverse competenze. Si esercita attraverso la dialettica relazionale paritaria e la critica costruttiva finalizzate al miglioramento del sistema, contribuendo anche alla progettazione e alla valutazione dei risultati. È riconosciuto il ruolo dell’Esperto all’interno delle organizzazioni, nei gruppi organizzativi, nella programmazione delle attività e nella formazione, nell’ottica della co-produzione dei servizi.
L’Esperto è idoneo a lavorare in tutte le aree del Dipartimento. L’individuazione della specifica area dove operare è bene sia frutto di una condivisione ponderata tra Esperti e operatori dell’area. È frequente che l’esperto operi alle dipendenze di un Ente del Terzo settore, sia nell’ambito di un progetto imprenditoriale, che nell’ambito di una collaborazione (convenzione o affidamento di servizi) con l’Ente Pubblico. Il Terzo settore può offrire spazi di sperimentazione di nuovi modelli d’intervento e contribuire alla valorizzazione sociale del ruolo dell’Esperto, a condizione di mantenerne le specificità che lo caratterizzano, adottando modelli organizzativi e strategie mirate a preservarne il ruolo e il mandato.
L’associazionismo è un ambito nel quale l’Esperto può esprimere a pieno titolo la propria aspirazione a essere cittadino attivo, sia con azioni di volontariato rivolte a persone fragili e cittadini, sia con azioni di cambiamento culturale e di lotta allo stigma. In questi contesti gli Esperti sono portatori di una visione dello sviluppo sociale basata sulla trasformazione delle difficoltà in risorse. Particolare importanza hanno progetti di promozione della salute mentale rivolti ai giovani. È sostenibile affermare che l’Esperto può essere una presenza importante in ambiti orientati a una dimensione comunitaria e promuovere un modello di volontariato basato su una formazione continua e una pratica che valorizza l’esperienza vissuta.
Si è concordato nel differenziare l’attività di volontariato svolta da Esperti per esperienza e il ruolo lavorativo dell’Esperto impegnato formalmente a tempo parziale o a tempo pieno e retribuito, riconoscendo peraltro il pari valore di entrambe le possibilità. Questo tema, che riguarda particolarmente il contributo volontario degli esperti familiari, ha fatto discutere molto ed è suscettibile di ulteriore approfondimento.