Marco Maria Goglio – Primario
Ho letto il libro “Psichiatria da protagonisti“.
Sono consapevole che il discorso di fondo è diretto a tutti i Servizi CSM d’Italia ma è anche vero che molti riferimenti sono locali e quindi i miei commenti riguardano anche quello che stiamo facendo a Trento (e voi conoscete).
Ho apprezzato vari passaggi che provo a sottolineare.
Intorno a pagina 19 si parla di stigma; ho molto apprezzato il discorso sull’auto stigma. Mi ha ricordato i commenti degli ESP lombardi che ribadivano tra di loro e con altri utenti proprio la questione dell’auto stigmatizzazione e lo sprone a superarla per recuperare empowerment e percorsi di recovery.
A pagina 24 e oltre, mi sembra doveroso richiamare a tutti (anche operatori) l’importanza della Medicina di Base che è spesso difficile da coinvolgere. Ma anche il discorso sulla salute civica, sul ben-essere, sull’educazione a partire dalle scuole dove interveniamo molto ma molto si deve ancora fare!
Ottima la citazione del Lancet 2018 (pag. 27) che è un testo recente e basilare su tutti i temi che trattate.
A pagina 42 mi sembra importante il richiamo all’accoglienza e al facilitare gli accessi. Su questo aspetto a volte riusciamo a lavorare in modo più preciso ma non sempre; le molte emergenze di questo post e long COVID ci hanno reso meno presenti in alcune situazioni mentre su altre riusciamo a tenere.
La questione, che ricorre più volte, di quanto il Servizio debba essere accogliente anche verso i cittadini e l’importanza del contatto con l’utenza (pag. 31 e seguenti) è un tema di confronto continuo. Sui contatti al front office ci stiamo lavorando; per un lungo periodo è stato affidato agli UFE/ESP ed ora è tornato in mano ad operatori e tirocinanti. Mi sembra che abbiamo raggiunto discreti risultati anche con l’attuale figura di un UFE che intrattiene in sala d’attesa.
Ho qualche dubbio però quando si parla del Bar che dovrebbe aprire di più alla cittadinanza e al capitolo sulla ‘cittadella ideale’ (pag. 140). Il rischio di attirare gente o di ipotizzare una cittadella che include tutto va un po’ contro il principio, che credo tutti noi condividiamo, di includere il disagio nella città, con una cittadinanza attiva. Dobbiamo imparare ad uscire, a popolare i percorsi sociali esterni del SAL: socialità, lavoro, abitazione.
Anche il richiamo a pag. 209 sui corsi yoga ecc., qualche cosa è bene iniziarla al Servizio ma il più dovremmo riuscire ad offrirlo fuori. Questo è l’obiettivo che ho dato al Centro Diurno: iniziare da noi per portare fuori.
Comunque interessanti le proposte sui video (pag. 57) che dovremmo riattivare a breve, sull’informazione (abbiamo già chiesto la stampa delle nuove cartoline aggiornate). Anche sulla biblioteca (pag. 208), con l’aiuto del Fareassieme, potremmo fare qualche cosa.
La frase di Borgna è fondamentale: “La psichiatria è innanzitutto gentilezza!” (pag. 74)
La proposta di coinvolgere anche osservatori esterni (pag. 57) io la intendo soprattutto riferita ad un progetto che possa integrare utenti-familiari-operatori con esperti di design dei Servizi. Ci stavamo lavorando ed abbiamo fatto qualcosa con Rovereto ma poi il finanziamento non è partito (le Università vanno anche pagate per queste ricerche interessanti) ma vedremo…
Come avevo già espresso al GPP (Gruppo di Progettazione Partecipata) quando qualcuno parlò della Giornata dell’Operatore, la trovo un’iniziativa interessante e, per certi aspetti, provocatoria/innovativa. (pag. 94)
Ero curioso di leggere la lettera al Direttore e debbo dire che condivido quello che scrivete. Alcune delle ‘azioni’ decise in GPP vanno proprio in quella direzione come anche la formazione continua rivolta agli operatori: supervisioni che abbiamo ripreso sia a Rovereto che a Trento, nuove tecniche di approccio ai familiari (Progetto Mary), i vari incontri sul clima, gli obiettivi di budget.
Molto si deve ancora lavorare sui modelli 24H: servizi aperti, voce amica. Condivido che il paziente e/o il familiare abbiano bisogno di una risposta nel ‘qui ed ora’. Su alcuni aspetti siamo distanti ma nel giro di un paio d’anni dovremmo anche arrivare ad aprire 1-2 nuovi servizi di ospitalità aperti 24 ore che, in parte, possono offrire ascolto ed evitare ricoveri.
Bella anche l’idea del ‘Garante dell’obiettivo’ (pag. 182); al GPP l’abbiamo usata per vedere se le 34 azioni proposte possono avere una continuità e non morire nel nulla … vediamo come va!
Questi sono solo alcuni punti che mi sono segnato. Il testo è bello e pieno di spunti, di temi, di riflessioni ed anche di autocritica che danno spessore.
Grazie per il lavoro che avete fatto; spero proprio che venga diffuso per far girare comunicazioni ed esperienze.
BRAVI e complimenti!
Marco Maria Goglio – Direttore U.O. Psichiatria di Trento e Rovereto